Il pavimento pelvico è una parte del nostro corpo cui tante funzioni e disfunzioni sono legate ma che, per scarsa conoscenza e tabù, difficilmente vengono affrontati da chi ne soffre e da chi li tratta.
In un articolo precedente abbiamo parlato della sua anatomia, delle sue funzioni e delle cause che possono provocare disturbi.
Adesso andremo ad analizzare alcuni disturbi specifici del pavimento pelvico, parleremo di come affrontarli, dell’ importanza e della connessione tra respirazione e pavimento pelvico, della correlazione con attività fisica, sovrappeso… beh, c’è indubbiamoente tanto da dire!
IPERTONO & IPOTONO del pavimento pelvico
Partiamo subito con i primi due argomenti che saltano fuori quando si parla di disturbi del pavimento pelvico: IPERTONO e IPOTONO.
IPOTONO del pavimento pelvico
L’ipotono o prolasso consiste nella lassità delle fasce muscolari e dei legamenti di supporto che sostengono gli organi pelvici, per cui i muscoli non svolgono correttamente la loro funzione di supporto.
Viene classificato in vari stadi in base all’entità della protrusione (I,II, III, IV) e viene definito in base all’abbassamento degli organi: Cistocele vescica, Isterocele utero, e Rettocele retto.
- I Stadio: a metà strada verso l’imene
- II stadio: Fino all’imene
- III Stadio: a metà strada oltre l’imene
- IV Stadio: massimo possibile
Sintomi dell’ipotono del pavimento pelvico
- Sensazione di peso e/o gonfiore a livello vaginale
- Difficoltà durante minzione e/o defecazione
- Mal di schiena
- Sensazione di “cedimento” durante l’attività fisica
- Dolori localizzati
- Dolori nell’atto sessuale, in particolare durante la penetrazione
- Senso di incompleto svuotamento rettale
I fattori che invece possono incidere sul prolasso sono:
- Età: naturalmente l’età incide sul prolasso, in quanto si presenta maggiormente in età avanzata o in donne che hanno avuto parto naturale e/o complicazioni durante il parto;
- Costipazione: in quanto spinte e pressioni continue possono provocare o aumentare il prolasso;
- Obesità: ebbene sì, perché il peso eccessivo, soprattutto addominale, aumenta la pressione sul pavimento pelvico e con il passare degli anni, insieme alla sedentarietà, provoca un cedimento delle fasce muscolari;
- Cattive abitudini quotidiane: stare più tempo del necessario seduti sul water, fare la pipì al primissimo stimolo o addirittura in assenza prima di uscire per evitare di doversi fermare. Queste abitudini creano pressioni sul pavimento pelvico e disabituano la nostra vescica a “trattenere”. Un’altra cattiva abitudine è quella di non utilizzare un rialzo sotto i piedi quando si va in bagno. Soprattutto per chi soffre di costipazioni, la posizione scorretta può provocare o aumentare il cedimento muscolare;
- Fattori genetici: anche se la percentuale è molto bassa, non è da escludere la predisposizione genetica del soggetto con lassità tendinee;
- Broncopatia cronica: la tosse cronica provoca sforzi prolungati di pressioni endoaddominali;
- Respirazione: Non facciamo quasi mai attenzione a come respiriamo perché è un atto involontario, ma bastano veramente cinque minuti al giorno per imparare a capire e gestire al meglio le pressioni. Evitare di respirare solo di “pancia”, concentrandosi su tutto il tronco e di conseguenza contrarre in maniera volontaria la muscolatura pelvica, evitando così peggioramenti.
IPERTONO del pavimento pelvico
L’altro disturbo, altrettanto importante, connesso al pavimento pelvico è l’IPERTONO. È un po’ meno conosciuto dell’ipotono, in quanto la poca informazione su questi disturbi fa sì che alcuni sintomi non siano inseriti in un quadro organico e quindi non considerati, o addirittura non riconosciuti come problemi. Spesso infatti pensiamo che si tratti solo un “momento” o di un leggero fastidio che passerà. Bene, è proprio questo l’errore.
Se, come nell’ipertono, i muscoli del pavimento pelvico sono costantemente contratti, anche le terminazioni nervose e il circolo sanguigno saranno compresse. Il dolore che scaturisce incrementerà la contrattura, creando un circolo vizioso di dolore – contrattura – dolore.
Cos’è l’ipertono del pavimento pelvico?
Un po’ possiamo andarcene per intuito, avendo già parlato dell’ipotono. Non ci troviamo di fronte ad una lassità dei muscoli, ma al contrario avremo un’iperattivazione. Nello specifico si tratta di una contrattura del muscolo pubo coccigeo, quello che circonda retto vagina e uretra.
Le disfunzioni connesse all’ipertono sono varie e possono manifestarsi a tutte le età: dall’adolescenza fino all’età avanzata; ciò accade perché le cause sono molteplici.
Cause dell’ipertono
- Stress: uno stato continuo o frequente di ansia provoca tensioni muscolari diffuse che inevitabilmente coinvolgono anche i muscoli del pavimento pelvico;
- Traumi al bacino: contusioni o disfunzioni possono provocare forti dolori o continui fastidi. La conseguenza è che i muscoli rispondono con contrazioni continue che porteranno a rigidità diffusa e posture “scorrette” dovute a compensazioni ed adattamenti per evitare il dolore.
- Respirazione non armonica: “armonica” è il termine giusto per rendere chiaro il concetto. Non esiste una respirazione in assoluto corretta in relazione a questa problematica, va adattata caso per caso. In un soggetto con ipertono, ad esempio, una respirazione con contrazione volontaria del pavimento pelvico può solo peggiorare la sua situazione. È dunque importante controllare la respirazione per renderla armonica e non creare troppe pressioni, sia addominali che a livello del diaframma. Tutto questo può aiutarci inoltre a ridurre anche stress ed ansia.
Quali sono i sintomi più frequenti?
- Ritenzione urinaria e anale: muscoli pelvici iperattivi creano difficoltà nello svuotare completamente la vescica, quindi si ha l’esigenza di andare spesso in bagno. Questo disturbo può presentarsi anche per la defecazione;
- Cistiti frequenti;
- Dolore pelvico e senso di peso al basso ventre;
- Dispaurenia (dolore durante o dopo il rapporto sessuale);
- Dolore a livello vaginale, perineale o rettale (bruciore, dolore pulsante o che si irradia);
- Dolore in zona addominale, schiena, zona sovrapubica, coccige, anca del bacino);
Quando intervenire e come intervenire?
Come già detto nel nostro precedente articolo sul pavimento pelvico, questi argomenti sono ancora un tabù per la società e tutto questo ci porta a non considerare i segnali che il nostro corpo ci invia.
Tuttavia, potremmo da subito intervenire con esercizi e allenamenti specifici, piccole attenzioni quotidiane per evitare peggioramenti, o addirittura la sala operatoria, che a volte è l’unica soluzione per situazioni a lungo trascurate.
Cosa fare ad ogni età
Già in età adolescenziale possiamo “intervenire”. Come? Con le giuste informazioni sull’anatomia della vulva e del pavimento pelvico. Bisogna parlare del ciclo mestruale, se si presentano forti dolori, questi sono il primo campanello d’allarme di disturbi.
Durante la gravidanza ma anche nel post-parto: è importante allenarsi e allenare il pavimento pelvico, sia durante la gravidanza che -soprattutto- nel post-parto. Tuttavia, siamo spesso bombardati da milioni di informazioni discordanti, provenienti dai social o da dubbie fonti. Bene, il 90% di queste informazioni sono fake, false. La conseguenza è che molte donne durante la gravidanza evitano qualsiasi tipo di sport o attività fisica, per evitare ogni complicazione. Molti studi, infatti, hanno evidenziato che solo il 14% delle donne in gravidanza raggiunge la soglia minima di attività fisica settimanale raccomandate dalle linee guida.
Ovviamente bisogna evitare di affidarsi al fai da te, anche per esercizi che possono sembrare innocui, stiamo parlando comunque di una condizione particolare! Bisogna affidarsi a professionisti che adattano l’attività in base al trimestre, alla condizione fisica della gestante e adottare le giuste precauzioni in relazione alle situazioni.
E in menopausa? Anche questo è un periodo molto delicato per la donna, in quanto i cambiamenti ormonali possono provocare stanchezza e stress, tutto ciò si ripercuote sul pavimento pelvico.
È importante, dunque, informarsi, CONOSCERE, allenare e non sottovalutare l’importanza del pavimento pelvico!
Lo sport e allenamento sono nemici? CERTO CHE NO!
“Mi hanno sconsigliato di fare sport per il prolasso”
“Ho avuto un peggioramento al pavimento pelvico dopo un anno di pilates”
Interfacciandomi con persone di ogni età e sesso, posso confermare che, in presenza di disturbi e dopo aver seguito corsi di pilates o aver svolto attività con attrezzi in palestra, spesso si riscontra un peggioramento della situazione. Ma quindi allenarsi fa bene o fa male?
Come ho scritto può far male se non si è seguiti a dovere.
Fare uno squat con un carico elevato, senza controllare correttamente le pressioni addominali è dannoso. Non fare un riscaldamento ed un’attivazione adeguata del core è dannoso. Non poter essere seguiti a dovere durante una lezione di Pilates e dunque trascurare un fastidio durante un esercizio può creare pressioni dannose. Tutto ciò a lungo andare si ripercuote sulla salute del pavimento pelvico e peggiora i disturbi già presenti.
Conclusioni
Lo sport fa male se è fatto male. Muoversi senza essere seguito da un professionistache ti faccia comprendere l’importanza di quest’area che, come un’AMACA, supporta i nostri organi, è come mettersi alla guida di una auto rotta, senza patente per giunta! Imparare a respirare, attivare o rilasciare i muscoli, ottenere una buona mobilità, sono tutti obiettivi che si raggiungono con la giusta guida e gradulamente.
Insieme a tutto ciò c’è la cosa forse più importante di tutte, che non smetterò mai di ripetere: imparare ad ascoltarsi e prendere coscienza di sè e del proprio corpo sono il PRIMO punto di partenza per non trascurare questo e altri problemi e, in definitiva, migliorare la propria vita.
Articolo a cura di
Doriana Ruggiero, redazione Fit lab
Ricerca fonti a cura di Nicola Vandini