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Le allergie alimentari

By 10 Dicembre 2018Febbraio 1st, 2023Benessere

A molti sarà capitato di sentir dire <<Sono intollerante o allergico >> ad un dato alimento. Spesso tali termini sono tuttavia usati in maniera impropria, vediamo perché.

La classificazione attualmente in uso, condivisa a livello internazionale, suddivide le reazioni avverse ad alimenti sulla base dei differenti meccanismi patologici che le determinano. L’intolleranza e l’allergia alimentare sono le più frequenti ma non sono le sole. Sulla base delle linee guida redatte dalla National Institute of Allergy and Infectious Diseases e dalla European Academy of Allergology and Clinical Immunologyle tutte le reazioni avverse agli alimenti, quindi non solo le allergie, possono essere suddivise come segue:

 

Le reazioni NON TOSSICHE son legate alla suscettibilità individuale verso certi alimenti e si suddividono in reazioni mediate dal sistema immunitario come l’allergia alimentare e reazioni non mediate dal sistema immunitario come l’ intolleranza alimentare. L’allergia alimentare, a sua volta, è ulteriormente distinguibile nelle forme IgE-mediate e non IgE-mediate che coinvolgono meccanismi umorali o cellulari ancora non del tutto chiariti. Di difficile collocazione la celiachia, da alcuni non proprio correttamente definita “allergia IgA mediata”, dal momento che vede coinvolto il sistema immunitario, ma con processi patogenetici diversi dalle tipiche allergie alimentari. Alcune reazioni non immunomediate, come quelle ai solfiti, fanno impropriamente classificare come allergeni sostanze che non sono allergeniche. Non c’è consenso scientifico sul classificare come allergie alimentari le reazioni allergiche ad alcuni apteni, proapteni e preapteni contenuti negli alimenti. Reazioni tossiche, come quelle ai funghi velenosi, a contaminazioni del cibo (insetticidi, pesticidi, ecc.) o ad additivi, e reazioni non immunomediate, come le intolleranze alimentari, non sono allergie alimentari.

 

 

Per cominciare, facciamo chiarezza sulle allergia alimentari.

L’ALLERGIA ALIMENTARE è una una reazione esagerata e violenta, specifica e riproducibile scatenata dal sistema immunitario contro sostanze, dette antigeni o meglio allergeni, contenute in un alimento, verso le quale è particolarmente sensibile. Tale reazione è in genere mediata da anticorpi detti IgE. Esistono tuttavia reazioni allergiche non mediate da Ig E come l’enterocolite allergica da proteine alimentari la proctite da proteine alimentari e la sindrome sistemica da nickel.  L’allergia alimentare è classificata come malattia cronica, può comparire ad ogni età, anche se c’è una prevalenza nei primi anni di vita. Alcune allergie dopo un certo tempo recedono e si sviluppa naturalmente nell’individuo una tolleranza a quell’allergene. E’ molto probabilmente la patologia più comunemente auto-diagnosticata, ma spesso anche sovra-diagnosticata dal paziente, mentre è stato osservato che non raramente viene sotto-diagnosticata da medici e specialisti. I sintomi che la caratterizzano sono riconducibili a diversi sistemi e apparati. Esempi sono il dolore allo stomacodiarrea, gonfiore prurito ed arrossamento della cute, , sensazione di calore alla pelle, orticaria, gonfiore intorno agli occhi, alle labbra e/o alla lingua, ma anche stanchezza intensa, nausea, bruciore alla gola, problemi respiratori e cardio-respiratori fino ad arrivare anche allo shock anafilattico. Possono comparire entro pochi minuti dall’ingestione dell’alimento allergico fino a un massimo di qualche ora.

Cosa fare in caso di tale diagnosi?

Rivolgersi sempre a uno specialista allergologo e a un medico o biologo nutrizionista che, in base alla situazione, valuterà se è necessaria l’eliminazione (stando attenti a evitare carenze di nutrienti) o il consumo oculato dell’alimento incriminato o l’ eliminazione di una parte di esso che contiene l’allergene o consumarlo solo se trattato in un dato modo o cotto, se tali pratiche distruggono l’allergene. Dopo una rigorosa esclusione dell’allergene dalla propria dieta si potrebbe spontaneamente sviluppare una desensibilizzazione ad esso. Occorre sempre annotare sintomi e manifestazione su un diario alimentare da consegnare allo specialista che stilera’ una dieta adeguata. Il paziente dal canto suo dovra’ prestare attenzione agli ingredienti presenti sulle etichette e rendere nota la propria allergia se si pranza fuori. Non basta sapere che un alimento non contiene l’allergene incriminato è importante anche che non sia stato in contatto con superfici o utensili contaminati. Sul prodotto viene comunicato, a discrezione del produttore, che esiste il rischio di una presenza involontaria dei più comuni allergeni alimentari, dovuto in genere a contaminazione nei processi di produzione.

La comunicazione precauzionale con frasi tipo:

Può contenere (allergene e/o fonte dell’allergene).                                                                                                                      

– Può contenere tracce di (allergene e/o fonte dell’allergene).                                                                                                          

– Prodotto in stabilimenti in cui viene utilizzato (allergene e/o fonte dell’allergene).                                                                            

– Prodotto in filiere alimentari non separate, in cui viene processato anche (allergene e/o fonte dell’allergene).      

Se da una parte mostra l’intento benevolo di avvertire il consumatore allergico che quell’alimento potrebbe veicolare, per varie ragioni, tracce degli allergeni indicati, dall’altra produce un vero e proprio ribaltamento di responsabilità che passa dal produttore al consumatore.

Nel prossimo articolo analizzeremo le specifiche dei casi di intolleranza alimentare, per avere un quadro completo e comprendere al meglio l’argomento. Follow Us !

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