Età avanzata: quasi un tabù per la nostra società, tanto che se ne parla utilizzando giri di parole. Guai a parlare di anzianità, o peggio, vecchiaia!
Growing old, ad esempio, è un’espressione che potrebbe far pensare ad una nuova tendenza, mentre è la semplice traduzione inglese del verbo “crescere”. Serve solo a sostituire nei nostri discorsi quella parola brutta e spaventosa: INVECCHIAMENTO.
I luoghi comuni legati all’età avanzata
Quando si parla di invecchiamento ed età avanzata, infatti, pensiamo subito ad immagini come: corpo flaccido, perdita di acutezza dei sensi, solitudine, non autosufficienza. Immaginiamo, insomma, di essere un peso per la famiglia e per la società.
Non possiamo negare di aver pensato almeno una volta ad una di queste immagini parlando di età avanzata, basti pensare all’espressione che spesso si utilizza quando si avverte un piccolo dolore o si nota un cambiamento nel proprio corpo: “AH! La vecchiaia!”.
Anche lo stile di vita, che la modernità sembra quasi imporre, sta portando a vedere l’invecchiamento quasi come ad un handicap. Il pensiero comune suggerisce che una persona anziana non può essere al passo con la tecnologia, non è più produttiva, né bella da vedere.
Cosa succede al nostro corpo in età avanzata?
Il nostro organismo si modifica naturalmente con il passare degli anni e tali cambiamenti interessano conseguentemente, anche lo stile di vita.
Non esiste, però, un modello unico che definisca l’invecchiamento, in quanto ogni persona è diversa dall’altra. Sappiamo però che l’inizio della terza età è stata associata all’età pensionabile di un soggetto, dunque in relazione ad un fattore sociale e non biologico.
L’invecchiamento cellulare
I cambiamenti che avvengono nel nostro organismo interessano in primis le nostre cellule, che riducono la loro attività di riproduzione: è un po’ come se andassero in pensione. Quando le nostre cellule iniziano ad invecchiare, inevitabilmente ne risentono anche i nostri organi.
Non tutti gli organi, però, perdono lo stesso numero di cellule e non allo stesso modo. Dov’è infatti che notiamo maggiormente i cambiamenti fisici comunemente associati all’invecchiamento? Sulla pelle e nelle ossa, o meglio, sulla cute, il nostro organo più esteso e nel sistema muscolo-scheletrico, quello che ci permette di muoverci.
Età avanzata = declino?
In realtà, nonostante ci sia un certo declino, la maggior parte delle funzioni del nostro organismo rimangono fondamentalmente intatte, dunque il nostro organismo ha comunque una buona “riserva funzionale”.
Più che l’invecchiamento cellulare, quindi, possiamo dire che a provocare danni importanti o perdita di funzionalità dei nostri organi, siano le patologie che si sviluppano in seguito ad abitudini e stili di vita sbagliati ed i disturbi ad esse connessi.
Il declino funzionale delle cellule è connesso a fenomeni quali:
- Alterazioni del tessuto muscolare come sarcopenia e infiltrazione di tessuto adiposo
- Minore capacità di produzione del DNA
- Danni al sistema nervoso che provocano poca flessibilità, maggiore rigidità muscolare
- Resistenza all’insulina, iperglicemia
- Menopausa, andropausa e alterazioni ormonali
- Maggiore fragilità ossea
- Presbiopia
- Problemi cardiovascolari
- Rallentamento delle funzioni cognitive
- Calo della capacità visiva
Se alcuni di questi fenomeni si manifestano in maniera naturale e soggettiva, e sono normali in età avanzata, altri invece sono causati da condizioni patologiche che possono peggiorare drasticamente con l’invecchiamento.
Cosa fare? Esiste un elisir di lunga vita?
Abbiamo già parlato di quello che avviene alle nostre cellule e al nostro organismo in età avanzata, ma questa non è l’unica causa dei nostri acciacchi. Certo, non possiamo mettere in pausa il nostro organismo per non invecchiare, ma possiamo prevenire e soprattutto rallentare questi effetti indesiderati del passare del tempo.
Iniziamo a considerare quali sono i fattori che ci portano ad invecchiare male.
Le cause di invecchiamento precoce
I fattori maggiormente influenti sono essenzialmente tre:
- Componente genetica
- Fattori esterni: la sedentarietà, cattiva alimentazione, scarsa quantità del sonno, consumo di alcool, il fumo, l’eccessivo stress, la poca idratazione, consumo di droghe, oscillazioni frequenti di peso.
- Fattori psicologici: sì, l’invecchiamento è influenzato anche da fattori psicologici. Basti pensare al fatidico “giorno del pensionamento” e a come viene vissuto: ci si sente inutili, come un peso per i propri cari, non ci si sente appagati, non si sa come impiegare la giornata, si pensa alle cose che non si potranno più fare, al corpo che cambia, alla mente che inizia a fare scherzi. Tutti questi pensieri portano ad un loop negativo di pensieri, dal quale è difficile uscire da soli.
Nessun elisir segreto
Dopo aver elencato cause ed effetti dell’invecchiamento precoce, c’è infine un elisir che possa allungare (e “allargare” qualitativamente) la nostra vita?
Sì, anche se non dovrai assumere niente. Piuttosto dovrai fare qualcosa! Parliamo infatti dell’attività fisica.
Benefici fisici e psicologici
Sono ormai innumerevoli gli studi che confermano quanto l’attività fisica sia un vero e proprio FARMACO contro l’invecchiamento. In età avanzata, come in tutte le età, contribuisce a diminuire in maniera evidente gli effetti di patologie come diabete di tipo II, obesità, ipertensione, osteoporosi, con diminuzione dell’incidenza di fratture, specie nelle donne.
Più importanti ancora appaiono i miglioramenti nella sfera psicologica e psicosomatica: muoversi è un toccasana per la mente.
Nonostante le comuni convinzioni, è stato dimostrato che in età avanzata è possibile anche effettuare allenamenti applicando dei carichi ben strutturati e dosati, che determinano un mantenimento sia della densità ossea che della massa muscolare. Non solo aerobica e corpo libero… più o meno tutto si può fare!
Età avanzata, ma in buona salute!
Certo, non è facile cambiare radicalmente le nostre abitudini, ma non provarci neanche di certo non è una soluzione e a lungo andare non ci porterà a vivere con più facilità, anzi.
Lasciarci risucchiare dal senso di inadeguatezza verso il presente e dalla nostalgia per i tempi andati, neanche ci aiuterà.
Potremmo invece provare a vivere con consapevolezza ogni giorno, ad educarsi all’accettazione del cambiamento, a prendersi cura di sé, a coltivare una relazione autentica con gli altri. Come si fa?
Partire dalle piccole cose
Basti pensare a quanto una passeggiata al parco può cambiarci l’umore, a quanto un allenamento possa restituirci carica e vitalità, a come uno sport può farci sentire più forti, indipendenti e darci la possibilità di incontrare nuove persone, coltivando socialità e condivisone.
“Non tanto di aggiungere anni alla vita dobbiamo aver premura, quanto di aggiungere vita ai nostri anni”
Articolo a cura di
Doriana Ruggiero – Redazione Fit Lab