DIASTASI dei retti dell’addome: cosa fare?
Nel mio ultimo articolo sulla diastasi, ho parlato di questa problematica, delle sue cause, dei fattori di rischio e di come questa condizione per le donne non sia solo un problema estetico, ma soprattutto funzionale.
A seconda della gravità, valutabile attraverso il test delle dita, o con maggior precisione da un eco addome, la diastasi può essere di varia entità. Si parla di diastasi lieve quando si osserva una separazione dei muscoli retti pari a due o tre dita, fino ad arrivare ad una diastasi severa in presenza di uno spazio maggiore di quattro dita.
Questa si manifesta nel periodo della gravidanza (ma non solo!) come normale risposta alla crescita del bambino. È quindi una condizione molto frequente in un periodo già delicato e ricco di novità di per sé, figuriamoci se una donna può pensare di preoccuparsi anche della funzionalità del suo addome!
L’addome funzionale
Cosa si intende per addome funzionale? Quando parliamo di addome funzionale, teniamo in considerazione anche la schiena e tutto il tronco, non solo la parte comunemente conosciuta come gli addominali.
Le mamme con diastasi lamentano spesso mal di schiena, proprio perché la stabilità del tronco viene compromessa.
La parte anteriore dell’addome diventa una zona a minor resistenza e non si comporta come dovrebbe, sia a riposo che sotto sforzo, in tutti i movimenti quotidiani. Per questo motivo, gli altri muscoli stabilizzatori del tronco dovranno compensare il lavoro deficitario della parete anteriore, sovraccaricandosi e talvolta addirittura “compromettendosi”.
La funzione del tronco infatti è quella di stabilizzare il centro del corpo, per trasmettere e attenuare le forze durante i movimenti. Questo processo avviene anche a livello della linea alba, la linea di tessuto connettivo che congiunge i due muscoli retti dell’addome, che ha la funzione di trasferimento delle forze. È lei che crea stabilità, supporto e tensione per i muscoli addominali, ma anche supporto per gli organi interni.
A questo punto, dunque, è importante riattivare gli stabilizzatori del tronco attraverso esercizi specifici, che non danneggino ulteriormente la ridotta funzionalità di questa regione.
Diastasi: da dove si parte?
Sicuramente da esercizi respiratori, che nel periodo post-parto sono fondamentali per il ripristino della corretta meccanica respiratoria e della giusta posizione “neutra” delle coste.
Lavorando con mamme alle prese con la diastasi tutti i giorni, posso dire che ogni pancia è diversa! Ciascuna risponde alle mie richieste e agli esercizi in maniera diversa, il mio approccio deve essere sempre e per sua stessa natura personalizzato.
La presa di coscienza della regione dell’addome è molto difficile da ottenere senza una guida. Le mamme, come la maggior parte delle persone, non riescono a percepire né rendersi conto di quante volte, e quanto spesso respirino in maniera sbagliata, esercitando pressione sulla linea alba.
Ciò non accade soltanto in palestra o durante gli esercizi, ma durante la vita quotidiana, tutti i giorni! È naturale capire come ogni minimo movimento, anche il più insulso, se ripetuto tante volte nell’arco della giornata può peggiorare la diastasi, con il rischio di sviluppare un’ernia addominale.
Ecco perché è fondamentale aiutare le persone a prendere consapevolezza della propria respirazione.
Come dice il Dott. Karel Lewit: “Se il respiro non è normalizzato, non può esserlo nessun altro pattern motorio”
Per cui: mamme, si parte da qui! Iniziamo il percorso rivolto al benessere con un bel respiro profondo.
Buon lavoro!!
Articolo di Giorgia Spina