Le intolleranze alimentari, come abbiamo già introdotto nell’articolo precedente, sono sempre più comuni. Approfondiamo insieme l’argomento.
Le intolleranze alimentari provocano sintomi spesso simili a quelli delle allergie, ma non sono dovute a una reazione del sistema immunitario e variano in relazione alla quantità ingerita dell’alimento non tollerato. Una dieta scorretta o alterazioni gastrointestinali come sindrome da intestino irritabile, gastrite, reflusso gastro- esofageo, diverticolite, calcolosi colecistica determinano una sintomatologia attribuita, spesso erroneamente, all’intolleranza alimentare.
E’ bene distinguere intolleranze da difetti enzimatici, da sostanze farmacologicamente attive e da meccanismi sconosciuti ( intolleranze da additivi). L’intolleranza al lattosio, la più diffusa tra le intolleranze da difetti enzimatici nella popolazione generale, è causata dalla mancanza di un enzima, la lattasi, che consente la digestione del lattosio, uno zucchero contenuto nel latte. Interessa circa il 3-5% di tutti i bambini di età inferiore ai 2 anni. Nel periodo dell’allattamento i casi di intolleranza sono quasi sempre secondari a patologie intestinali e si manifestano con diarrea, flatulenza e dolori addominali. Anche nell’individuo adulto si può manifestare tale intolleranza, ed è dovuta principalmente al cambiamento delle abitudini alimentari e alla diminuzione dell’attività lattasica che in ogni caso con l’eta’ si riduce fisiologicamente in tutti i soggetti anche in quelli non predisposti. Non tutti i soggetti con deficit di lattasi avvertono sintomi quando assumono un alimento contenente lattosio, perché esistono diversi gradi di deficit dell’enzima specifico. E’ stato dimostrato che la presenza e disponibilità della lattasi aumenta in relazione alla quantità di latte consumato. Meno diffuse sono le intolleranze al fruttosio situato in frutta, miele, sciroppo di mais, pane, in alcune verdure e ortaggi (specie pomodori e cetrioli) e come additivo e al sorbitolo (un poliolo ) presente nella frutta e in molti cibi come additivo
Le intolleranze farmacologiche sono determinate dall’effetto farmacologico di sostanze contenute in alcuni alimenti, quali l’istamina (vino, spinaci, pomodori, alimenti in scatola, sardine, filetti d’acciuga, formaggi stagionati), la tiramina (formaggi stagionati, vino, birra, lievito di birra, aringa), la caffeina, l’alcol, la solanina (patate), la teobromina (tè, cioccolato), la triptamina (pomodori, prugne), la feniletilamina (cioccolato), la serotonina (banane, pomodori). Mirtilli, albicocche, banane, mele, prugne, patate, piselli possono contenere sostanze con un’azione simile a quelle dell’acido acetilsalicilico e quindi essere responsabili di reazioni pseudo-allergiche. La loro effettiva importanza clinica è probabilmente sovrastimata.
Le intolleranze da meccanismi non definiti riguardano reazioni avverse provocate da additivi quali nitriti, benzoati, solfiti, per i quali non è stato ancora possibile dimostrare scientificamente un meccanismo immunologico. La loro effettiva importanza clinica va attentamente valutata, con diete di esclusione e reintroduzione, prima della prescrizione di una dieta definitiva di eliminazione. Disordini funzionali gastrointestinali (FGIDs) legati a fattori dietetici. Gli alimenti di per sé sono composti da un insieme di nutrienti con diverse azioni fisico-chimiche sul nostro apparato gastrointestinale. Sostanze bioattive come salicilati, glutammati e amine sembra possano determinare una attivazione diretta, non immunomediata, dei mastociti
Gli unici validati utili nell’accertamento di un’intolleranza alimentare sono solo questi:
breath test per lattosio per valutare intolleranza al lattosio e test genetico per individuare i polimorfismo C/ T utile a distingure se l’intolleranza è primaria o secondaria ad un’ altra condizione
breath test per fruttosio, test di tolleranza al fruttosio somministrato endovena analisi dell’enzima frutto-aldolasi mediante biopsia epatica test genetico per indagare una mutazione del frutto-aldolasi breath test per sorbitolo per valutare intolleranza al sorbitolo
Per la sensibiita’ al glutine non celiaca si procede con diagnosi differenziale non esistendo ad ora dei markers per diagnosticarla.
Purtroppo è sempre più frequente il ricorso, da parte dei pazienti e anche di qualche professionista a test “alternativi” che si propongono di identificare con metodiche diverse da quelle basate su evidenze scientifiche i cibi responsabili di allergie o “intolleranze” alimentari. Il termine “intolleranza” è sempre più frequentemente interpretato in senso generico, fino anche a indicare un’avversione psicologica nei confronti di questo o quel cibo. La diffusione nell’utilizzo di tali metodi non validati, o più frequentemente studiati e ritenuti inefficaci, offerti in larga misura sul mercato, è legato a molteplici fattori: campagne pubblicitarie su vari canali d’informazione; sfiducia nell’evidence based medicine, la medicina basata sulle evidenze scientifiche; ricerca di un miglior rapporto professionista-paziente; ricerca di metodi naturali “soft” nella diagnosi e cura delle più svariate malattie; allergia/intolleranza alimentare vissuta come causa delle più svariate patologie. Un’ulteriore sovrastima viene dall’attribuzione della patogenesi allergica a molte condizioni (emicrania, colon irritabile, orticaria cronica, sindrome della fatica cronica, sindrome ipercinetica del bambino, artriti siero-negative, otite sierosa, malattia di Crohn), anche se non esistono prove scientifiche in proposito. Nel Position paper stilato dall’AAITO nel 2004 viene fatta un’attenta analisi dei test “alternativi” presenti in commercio, indicando per ognuno le criticità presenti nella metodica stessa. Diffidate da ciascun di essi.
In sintesi come si distinguono allergia e intolleranza ?
- nell’allergia a differenza dell’intolleranza è coinvolto il sistema immunitario con reazioni anafilattiche
- L’allergia ha un ristretto numero di cause mentre l’intolleranza molte.
- Per scatenare un’ allergia puo’ bastare anche una leggera contaminazione da parte dell’ allergene mentre nel caso dell’intolleranza occorrono o consistenti quantita’ o costanti esposizioni
- L’allergia scatena sintomi e razioni anche violente, talora letali, nel giro di minuti o ore mentre l’intolleranza scatena sintomi anche a distanza di giorni e certamente mai letaliNell’allergia Le manifestazioni cliniche restano costanti se si è esposti al medesimo allergene mentre nell’intolleranza la reazione alla sostanza che la provoca spesso può variare a seconda di condizioni e/o circostanze della persona.